Shintoismo

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    Origine
    Dal nipponico "Shin-tô" (la "Via degli Dei", secondo la pronuncia “on”, che si può pure pronunciare, alla maniera "Kun", come "Kami no Michi") con l'aggiunta del suffisso "ismo".
    Lo Shintô, che non riconosce un Dio supremo, è un culto politeistico della natura e degli antenati. All'origine lo Scintoismo era aniconico, non aveva cioè nessuna immagine degli Dei; solo a seguito della commistione, nel Medioevo, di questa religione primitiva con il Buddismo del Grande Veicolo, si cominciarono a vedere statuette, rappresentanti le Divinità, disposte nei vari templi.
    Nello Scintoismos'incontrano un gran numero di divinità della natura a cui si aggiungono, in epoca più tarda, le divinità terrestri, locali e familiari. Si parla di un numero di divinità che va da 80 a 800 mila , da ciò deriva la definizione del Giappone Shinkoku che vuol dire per l’appunto «paese degli dei».
    Storia
    Religione nazionale giapponese. In origine consisteva in un culto della natura nel quale erano confluiti numerosi elementi sciamanici e animistici.
    Successivamente il Panteon che personificava le forze naturali fu sistematizzato in un ordine di divinità che accentuò in epoca storica una tendenza verso il monoteismo, con la graduale convergenza dei principali attributi divini nella figura della Dea del sole Amaterasu.
    I luoghi del culto sono templi, di legno, caratterizzati da un’architettura arcaica e contrassegnati da una specie di portale, il torii.
    In epoca primitiva la religione scintoista non ebbe carattere omogeneo e fu costituita da un complesso di credenze locali e cicli di leggende che formarono al base di una mitologia ricca e varia, cui fu data una sistemazione ufficiale nel sec. VIII con il Kojiki (memorie degli avvenimenti dell’antichità) e il Nihon Shoki o Nihongi (Cronache o Annali del Giappone).
    Il nome, derivato dal cinese shen-tao, significa la “via degli spiriti”.
    Sotto l’influenza del confucianesimo, penetrato nei primi secoli dell’era cristiana, lo scintoismo fu connesso strettamente con il sistema politico e l’idea imperiale, e si arricchì dei culti ancestrali.
    Verso la fine del sec IX, la religione scintoista e il buddismo, manifestarono un processo di fusione che dette origine al cd. “shinto dei due aspetti”, il quale resistette per oltre un millennio alterando profondamente la fisionomia originale dello scintoismo.
    Nel 1868, in seguito alla restaurazione imperiale, le due religioni furono nuovamente scisse: l’avvenimento fu il risultato di una corrente a sfondo nazionalistico che si era proposta, attraverso il ritorno al puro shinto e cioè ad uno scintoismo sfrondato degli elementi di derivazione buddista, un ritorno alle antiche concezioni civiche ed imeperiali.
    Il puro shinto, come espressione del sentimento nazionale, fu successivamente considerato una religione di Stato, abolita solo dopo la seconda guerra mondiale in seguito ad un rescritto imperiale che negava la natura divina del sovrano.
    La Costituzione entrata in vigore nel 1957 ha posto la religione scintoista sullo stesso piano delle altre religioni.
    I testi sacri dello scintoismo, raccolti e trascritti solo in epoca buddista, sono tre raccolte mitologiche riunite sotto il titolo di Sam-bu-han-sho (i tre libri principali): storia degli avvenimenti antichissimi fino al 620 a.C., storia dell'antichità che va fino al 712 a.C., annali giapponesi fino al 720 d.C..
    La religione
    Il culto dei defunti è una delle principali caratteristiche dello scintoismo. Il giapponese, crede che i morti continuano a vivere come spiriti buoni o spiriti maligni, in un paese chiamato Yomi, che corrisponde all'antico Ade dei greci.
    Non esiste il paradiso o l'inferno. Per quanto riguarda le tombe, queste sono visitate dai parenti che comunicano all'antenato defunto gli avvenimenti più importanti della famiglia.
    L'anima è custodita in un piccolo scrigno di legno detto Mitamaya (casa dell'anima illustre), che si pone nella casa della famiglia prima del funerale.
    Ogni famiglia scintoista possiede un Kami-dame (mensola per gli dei).
    I sacerdoti possono sposarsi e tramandano ereditariamente la loro carica nella famiglia. Oltre alle loro cariche religiose, esplicano anche una professione e indossano l'abito sacerdotale, che consiste in una veste bianca e sciolta con ampie maniche e in un berretto nero; quest'ultimo solo quando si occupano di culto.
    Le feste Scinto, dette Matsuri, che hanno una diversa durata, un mese, tre giorni o un giorno, sono cerimonie di ringraziamento per i benefici ricevuti dagli dei o cerimonie di supplica per allontanare le sciagure e sono spesso di connesse ai vecchi cicli di lavorazione contadina. Un posto di particolare rilievo rivestono le feste connesse con l'adorazione religiosa della famiglia imperiale.
    In occasione di queste feste è l'imperatore in persona che officia il culto nell'"atrio sacro" del palazzo imperiale.
    Il fulcro del culto nazionale era rappresentato dal sommo sacerdote, mentre l'imperatore era il vero oggetto della venerazione popolare.
     
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