Posts written by 120%

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    http://www.youjizz.com/videos/nessa-devil-...se-2354345.html
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    non posso cederti il titolo di founder ma posso condividere il mio account in modo tale da poterti conferire comunque poteri di founder
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    Richiesta Accettata

    sarai in prova per una settimana,durante la quale ti verranno assegnati degli incarichi per valutare le tue capacità e anche per fare esperienza.Per seguire la prova in questa sezione c'è una sottosezione chiamata stagg in prova,li potrai vedere il topic che ti riguarda(appena possibile)e seguire i tuoi incarichi.(attraverso la privacy soltanto tu e lo staff potrà vedere il tuo topic).

    CHIUDO
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    www.youjizz.com/videos/italian-couple-2216408.html
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    In aggiornamento
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    libro Io, Ibra [Autobiografia di Zlatan Ibrahimovic]

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    IO+IBRA


    Ibra: "Alla Juve vincevamo perchè eravamo i più forti: vi svelo Inter, Barca e Milan"
    E' in libreria l'autobiografia di Zlatan Ibrahimovic, lo zingaro d'oro del calcio - L'infanzia nel ghetto di Rosengard, l'arrivo alla Juve e Calciopoli, l'nter divisa in clan, il nemico Guardiola a Barcellona, il Milan tra risse e vittorie

    ESCE IN ITALIA L’AUTOBIOGRAFIA DI ZLATAN IBRAHIMOVIC.
    UN LIBRO CHE METTE A NUDO IL MONDO DEL CALCIO.

    Già dal titolo si capisce subito che sarà un successo. “Io sono Zlatan Ibrahimovic” (nella versione italiana “Io, Ibra”) è molto di più della classica autobiografia di un calciatore. Anzitutto perché lui, Zlatan da Rosengard, non è mai stato e non sarà mai un personaggio comune, e poi perché lo svedese ha deciso davvero di aprire sé stesso a tutti i lettori. Dimenticate le ipocrisie e le frasi fatte, scordatevi quei discorsi politicaly correct che popolano il mondo del pallone, se cercate tutto questo comprate un altro libro. “Io, Ibra”, pubblicato in Italia da Rizzoli (uscito ieri in tutte le librerie al prezzo di 18,50 euro) farà tremare la casta del calcio italiano e internazionale. Dirigenti, allenatori, compagni di squadra e procuratori, nessuno si salverà dalla pena di Zlatan (o meglio di David Lagercrantz, con la collaborazione di Carmen Giorgetti Cima, traduttrice di Sieg Larsson e della trilogia di Millennium).

    L’INFANZIA DIFFICILE NEL GHETTO DI ROSENGARD.

    Racconta tutto Ibrahimovic, si mette a nudo per la prima volta da quando decise di giocare a calcio. Non è stata facile la vita di Zlatan, nato a Malmoe 30 anni fa, in uno dei quartieri più difficili di tutta la Svezia. Figlio di padre bosniaco e madre croata, Ibra passa l’infanzia nel ghetto di Rosengard, che balza alle cronache solo per l’altissimo tasso di criminalità e immigrazione. “Quando giocavo nelle giovanili del Malmoe, un gruppo di genitori si organizzarono per chiedere la mia espulsione dalla squadra. Non volevano che i loro figli si mischiassero con uno del ghetto” ha raccontato Zlatan in una delle sue anticipazioni. “Quando ero bambino, aprivo il frigo di casa e trovavo solo le lattine di birra vuote che lasciava mio padre. Se ne stava là seduto tutto il giorno, a piangere il suo paese devastato dalla guerra”. Storia triste, che sicuramente ha contribuito a rafforzare il carattere del guerriero svedese.

    Ovviamente però i racconti più “succosi” riguardano il mondo del calcio. Nel 2001, appena acquistato dall’Ajax per 7 milioni di euro, esordì nello spogliatoio dei lanceri con un “Ciao, io sono Zlatan Ibrahimovic, e voi chi cazzo siete?” che fece scalpore. Aveva solo 20 anni lo svedese, ma non si trattava di una spacconata di gioventù.

    L’ARRIVO ALLA JUVENTUS DI MOGGI E CAPELLO, POI CALCIOPOLI…

    Ibra non cambiò mai il suo carattere, neanche quando approdò alla Juventus (allora sotto il regime della Triade). “Io e Mino Raiola riuscimmo a incontrare Moggi in segreto una mezz’ora a Montecarlo, durante il Gran Premio di Monaco di Formula Uno. Dovevamo vederci in una saletta vip dell’aeroporto, ma c’era un traffico pazzesco e non riuscivamo ad avanzare con la macchina. Fummo costretti a scendere e a correre, e Mino non si può definire un grande atleta. È un ciccione. Ansimava ed era fradicio di sudore. Non si era certo fatto bello per l’incontro: indossava degli shorts hawaiani, una maglietta Nike e scarpe da jogging senza calze, e ormai era completamente zuppo. Arrivammo nella famosa saletta vip dell’aeroporto e lì dentro c’era fumo dappertutto. Luciano Moggi, in un completo elegantissimo, era alle prese con un grosso sigaro; si capiva subito che era un individuo di potere. Era abituato che la gente facesse come diceva lui. Fissò Mino: «Ma come ti sei conciato?». «Sei qui per dare consigli di stile o per parlare di affari?» sibilò Mino di rimando, e fu lì che tutto cominciò".

    Capello gli insegnò a giocare vicino alla porta (“Mi ha detto che mi avrebbe tolto l’Ajax dal corpo e mi diede una videocassetta di Van Basten affinché potessi studiarlo”), poi arrivò Calciopoli (“Vidi Moggi piangere nello spogliatoio, il mondo si era ribaltato. La realtà è che eravamo i più forti e volevano distruggerci. Io gli scudetti vinti con la Juve li sento miei e li espongo nel salotto di casa mia”) e di conseguenza il passaggio all’Inter.

    L’APPRODO ALL’INTER DIVISA IN CLAN.

    “Quando arrivai lo spogliatoio era diviso in clan. Di qua c’erano gli argentini, di là i brasiliani, in mezzo tutti gli altri. La prima sfida fu rompere quei cazzo di gruppetti. Ne parlai subito con Moratti, gli dissi “Volete continuare ad essere perdenti solo perché non ci si parla!?”. Se non si è uniti non si vince”. In nerazzurro Ibra conobbe Mancini (definito un “fighetto con i fazzoletti nella giacca”) e Mourinho (“Mi conquistò con le sue attenzioni e i continui sms, capì che avevo bisogno proprio di questo. Avrei ucciso per lui”), poi, tre scudetti dopo, decise che era ora di cambiare aria per puntare più in alto.

    BARCELLONA E IL NEMICO GUARDIOLA.

    A Barcellona però il guerriero soffrì l’ostracismo di Guardiola: “Mi disse che non avrei potuto guidare macchine sportive, che al Barça bisogna avere un profilo basso. La cosa m’infastidì: perché il club deve decidere cosa guido? Nello spogliatoio tutti stavano zitti e buoni, come bravi scolaretti. Io cercai di adattarmi, violentai la mia natura. Ma persi la mia cattiveria, e in campo si vedeva”. Il rapporto con Pep degenerò, tanto che dopo l’eliminazione dalla Champions (contro l’Inter, ironia della sorte) Zlatan gli urlò di tutto: “Non vali un cazzo, ti caghi sotto davanti a Mourinho”. Risultato? Ibra fu ceduto al Milan a prezzo di saldo, perché a Barcellona non poteva proprio restare: “Mi chiamarono alcuni amici del ghetto, si proposero per venire in Spagna a sistemare le cose a modo loro. Li ringraziai, ma non era il caso…”.

    AL MILAN TRA RISSE, ESPULSIONI E VITTORIE.

    Sulla sponda rossonera del Naviglio, Ibra riprese il suo ruolo naturale, quello di leader: “I compagni mi guardavano come a dire “Guidaci alla vittoria”, esattamente come all’Inter”.

    Ibra racconta anche scomode verità, che magari Galliani avrebbe preferito tenere per sé: “Fui espulso a Firenze per aver insultato il guardalinee. Le cose stavano esattamente così, ma d’accordo con la società decidemmo di dire che il vaffa era rivolto a me stesso. Per non prendere troppe giornate di squalifica…”

    Ma questi gustosi aneddoti rappresentano solo una minima parte di ciò che troveremo nel libro. Zlatan racconterà di quando finì contro un muro a 325 km all’ora, di quando da bambino rubava biciclette, delle risse furibonde con Zebina e Onyewu (“Il primo andò giù subito, mentre quell’animale dell’americano era davvero tosto. Grosso come me, dovettero arrivare in 20 per dividerci. Ci rimisi una costola, ma non lo dicemmo a nessuno”). A chi gli chiede se non abbia paura di essere preso come esempio (negativo) dai più piccoli, lo svedese risponde così: “Io non sono un esempio, sono semplicemente io”. Già, lui è Zlatan Ibrahimovic, niente di più e niente di meno.


    SCARICARE file PDF del libro IO IBRA

    DOWNLOAD



    Edited by 120% - 21/11/2011, 20:17
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    guida per crackare reti wifi protette da wap wep wap 2


    GUIDA PER WAP

    WPA Alice Calculator
    Download

    con questo programma potrete ottenere la chiave wap dei modem alice
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    Pokemon Online è un software attraverso il quale è possibile giocare On-line con i pokemon.
    Il game-play è identico a quello dei giochi da console.
    attraverso il programma è possibile creare la vostra squadra scegliendo le caratteristiche desiderate (Evs,Ivs abilità mosse ecc.).
    consiglio questo programma dato che lo usano in molti quindi sarà un ottimo svago.
    Sul nostro forum si organizzano spesso tornei on-line di questo gioco quindi casomai vorreste partecipare basta andare nella sezione tornei.
    il programma si può scaricare da Qui
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    nice :)
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    Hi....no spam!
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    queste richieste comunque vanno fatte nell'apposita sezione!..chiudo
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    http://www.youjizz.com/videos/blonde-beaut...eal-202640.html
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    ciao e benvenuto :)
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    Questa guida spiega in modo semplice come eliminare definitivamente un account di facebook

    il sito in pratica ha creato una pagina raggiungibile da Qui in cui seguendo due passaggi molto semplici si applica la procedura per eliminare un account in modo definitivo.

    Avvertenza

    seguendo questa procedura bisognerà comunque aspettare almeno due settimane per completare la procedura.In questi 15 giorni il vostro account sarà gia sparito dagli archivi e non sarà piu riintracciabile da nessun utente registrato,tuttavia in questi 15 giorni effettuando un normale accesso si potrà scegliere(nel caso abbiate cambiato idea)di non eliminare il contatto.Ovviamente una volta trascorsi questi 15 giorni la procedura sarà completata con successo!
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    Solo et pensoso i più deserti campi

    Solo e pensoso i più deserti campi
    vo mesurando a passi tardi e lenti,
    e gli occhi porto per fuggire intenti
    ove vestigio uman l’arena stampi.
    Altro schermo non trovo che mi scampi
    dal manifesto accorger de le genti;
    perché ne gli atti d’alegrezza spenti
    di fuor si legge com’io dentro avampi;
    sì ch’io mi credo omai che monti e piagge
    e fiumi e selve sappian di che tempre
    sia la mia vita, ch’è celata altrui.
    Ma pur sì aspre vie né si selvagge
    cercar non so ch’Amor non venga sempre
    ragionando con meco, et io co llui.

    Il tema è la solitudine dell'amante in un paesaggio deserto che egli percorre pensieroso. Quale paesaggio? Esso resta indeterminato. I suoi elementi vengono accennati solo con dei plurali generici: v. 1, vv. 9-10, v. 12. Esso costituisce, senza né un luogo né un tempo preciso, la scena di un avvenimento più interiore che esteriore, che non è unico, ma al di fuori del tempo, ha quindi la ripetitività di un fatto primordiale come avviene per lo più nella lirica. Il fatto si manifesta come monologo, che prende lo spunto da un dolore imprecisato, una malinconia, di cui si sa soltanto che si tratta di una fuga dagli uomini, di una gioia che si è spenta, di un intimo ardore. Paesaggio indeterminato, dolore indeterminato, questo in fondo è tutto. Tuttavia si vede come ambedue siano legati l'uno all'altro. Solo la natura solitaria sembra poter comprendere la malinconia dell'amante e potergli offrire protezione e sicurezza. Così sembra, ma la realtà è ben diversa. Anche nella natura egli incontra l'amore a cui non può sfuggire (strofa IV). L'impossibilità di scampo interiore è anche esteriore. La natura incline all'ascolto e alla comprensione non può essere d'aiuto. Pur essendo l'unico luogo, in cui l'amante può meditare con se stesso, essa non lo sottrae alla sua pena. Tutte le tappe del monologo sono gesti del corpo, ancora una volta un camminare. Per tutto il sonetto dura questo lento camminare, anche se vi si accenna solo con poche parole. Lo schivo spiarsi attorno della prima strofa è accordato ad esso, come il colloquio con Amore alla fine, ed anche le riflessioni nelle strofe centrali avvengono durante il cammino. Così il sonetto è un unico andante - il termine è inteso tanto contenutisticamente quanto in senso musicale - ed è un esempio della cura con cui il Petrarca riusciva a mantenersi nel campo espressivo prescelto. Condizione psicologica, atteggiamento corporeo, paesaggio sono in completo accordo fra di loro, ed è difficile a dirsi che cosa si imprima più profondamente nella memoria, se il passo misurato o lo stanco sconforto, perché ambedue sono una cosa sola ed esprimono quella compenetrazione di anima e oggetto che è un privilegio della lirica.
    Stilisticamente il sonetto è costruito secondo la legge del raggruppamento a due. Due aggettivi simili lo introducono, altri due sono alla fine del secondo verso, e ancora nel v. 12: «solo e pensoso... passi tardi e lenti... aspre vie né selvagge». Il doppio ritmo è in questi casi più importante delle varianti di significato. Anche i sostantivi che si susseguono nei vv. 9-10 sono a gruppi di due. I periodi nella prima e nella seconda strofa comprendono rispettivamente due membri suddivisi sulle due coppie di versi. Tutto il sonetto si muove così in una simmetria ondeggiante. La malinconia del contenuto, la dissonanza che viene a manifestarsi fra l'io e la natura si sciolgono in un'armonia equilibratrice. Ciò che sembra essere in opposizione si riconcilia nella simmetria. Il testo canta un dolore e lo placa nell'arte.
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