Fisica Teoria delle stringhe

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    La teoria delle stringhe si basa tra l'altro sull'esistenza di dimensioni "nascoste", o "arrotolate".

    L'introduzione di dimensioni supplementari e' utile dal punto di vista matematico, perche` rende possibile ripristinare proprieta' di simmetria che altrimenti non esisterebbero. In ultima analisi, e' cosi` possibile unificare sotto un unico comune denominatore aspetti della natura apparentemente diversi.

    Nel suo libro divulgativo, che illustra con entusiasmo la teoria delle stringhe, Brian Greene ricorre al seguente parallelo. Immaginiamo di vedere da lontano un tubo per innaffiare il giardino teso a cavallo di un fosso. Di primo acchito, ci verrebbe da dire che è bidimensionale, e che una formica la potrebbe percorrere solo in due sensi: avanti o indietro.

    La larghezza del tubo, dalla distanza a cui noi la stiamo osservando, non è percepibile: è compressa, "arrotolata" appunto. Ma se prendessimo un binocolo, allora potremmo osservare che le formiche non possono procedere solo avanti e indietro, ma possono anche spostarsi trasversalmente.

    In un altro esempio, possiamo immaginare che, dato un piano in due dimensioni, ad ogni punto si associata una sfera di raggio molto piccolo: ecco l'esempio di una terza dimensione nascosta.

    Analogamente, lo spazio in cui viviamo conterrebbe tre dimensioni spaziali "distese" ed un numero di dimensioni nascoste. Se potessimo costruire dei microscopi così potenti da indagare distanza dell'ordine di 10-32 cm, l'esistenza di tali dimensioni sarebbe palesata.

    Le teorie di stringhe si avvalgono di oggetti matematici detti spazi di Calabi-Yau, che sono appunto spazi con dimensioni nascoste. Nel suo libro, Greene propone alcune visualizzazioni di tali spazi.
     
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